Levi

Il nome Romano Levi si scioglie sulla lingua come l'aroma affumicato della grappa, e la voglia di questo prodotto aumenta da una riverente annusata a un piacevole sorso. Un vero Levi aveva tra il 50 e il 60% di alcol in volume. Ma la caratteristica davvero esclusiva era ed è l'etichetta!

Romano Levi a un certo punto aveva iniziato a scrivere e dipingere da solo le sue bottiglie (per motivi di costo), e anche su carta che gli cadeva tra le dita. Ogni singola etichetta è stata strappata a mano e il capo stesso ha celebrato la progettazione e l'incollaggio. Questa cerimonia rendeva unica ogni bottiglia di Grappa di Levi e migliaia di fan di Levi facevano il pellegrinaggio annuale in Piemonte, dove l'eccentrico distillatore viveva e lavorava in isolamento. Su innumerevoli etichette dipinte da lui stesso, ha immortalato fiorellini, alberi, corpi e volti di donne, stelle. Questi pezzi di carta unici e strappati hanno mandato in visibilio frotte di collezionisti in tutto il mondo. Tra i collezionisti, un'etichetta Levi autentica può talvolta costare più del contenuto della bottiglia.

La vecchia distilleria di Romano Levi è stata acquistata dopo la sua morte (01.05.2010) da un vecchio amico di Levi e da un investitore della città di Neive. L'obiettivo è quello di mantenere viva la tradizione, l'arte e lo spirito di Levi a Neive. Oggi l'antica distilleria è stata completamente ristrutturata e trasformata in un museo. I nuovi proprietari utilizzano il vecchio alambicco di Levi. La tecnologia e le botti, tuttavia, sono nuove per produrre una grappa sofisticata e di alta qualità. Le etichette di oggi sono tutte disegnate dalla ricca collezione di Romano Levi. E ogni anno vengono utilizzati motivi diversi, così la passione per il collezionismo della grappa Levi può passare al turno successivo. SUPERIORE.DE

Nel mese della sua scomparsa, la Süddeutsche Zeitung scrisse il seguente necrologio (estratto): "Molti bevitori di grappa non lo sanno ancora. Per questo motivo le proteste sono state finora contenute: Romano Levi è morto. Beh, aveva quasi 80 anni ed era molto malato da tempo, quindi c'era da aspettarsi che un giorno sarebbe morto. Ma la sua scomparsa è stata comunque inimmaginabile, perché egli, sebbene a volte gravemente curvo a causa della sua malattia ("ormai riconosco i visitatori dalle scarpe"), era sempre allegro, amichevole e pieno di spirito. Per i bevitori di grappa, la morte di Levi è una catastrofe. Ci sono persone che ti mancano, e a me mancherà molto il mio amico Romano Levi. Una volta abituati alla grappa degli uomini onesti, cos'altro si dovrebbe bere quando non si può andare avanti? Di certo non tutte queste grappe più o meno profumate. Speriamo quindi che Mauro e Fabrizio, i due fedeli collaboratori del maestro, continuino". (Peter Hoenisch)